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Stereotipi

Sappiamo tutti che se c'è ancora un problema serio di rifiuto diffuso della nostra gente, questo è stato causato dal tremendo fardello che rappresentano gli innumerevoli stereotipi che abbiamo attribuito nei secoli passati. Uno stereotipo che noi abbiamo reso un enorme danno e continuiamo facendolo tuttavia oggi quando piu’ volte siamo immersi in una società che si trovi in difficoltà per nascondere i molti pregiudizi su di noi o, meglio, contro di noi.

 

Pregiudizi che sono stati e sono trasmessi, e incluso potenziati, in generazione in generazione... da genitori a figli, tale quale come abbiamo potuto costatare durante gli ultimi anni nelle scuole e negli istituti della Comunita’ Valenciana dove  abbiamo realizzato seminari di sensibilizzazione sull’argomento. Questi stereotipi sono stati portati fino alle ultime conseguenza, come successe nella Germania Nazista, giustificarono che fossimo espropriati della nostra propria condizione umana e del nostro diritto alla vita, condannandoci allo sterminio. Se qualcuno ha un dubbio su questo io vi raccomando di visitare Auschwitz: nessuno puo’ immaginarsi la magnitudine di quel drammatico episodio fino a che non passa un giornata nei campi di sterminio e contempla con i propri occhi quello che li’ ancora si conserva.

 

Non ho inetresse di tornare a raccontare gli assassini, gli scatti di violenza, l’espulsione e le manifestazioni di giatno-fobia che , ancora oggi, vediamo ripetersi in diverse zone d’Europa. Ma vogliamo lasciare ben chiaro che, sebbene in Spagna non succedono queste situazioni estreme, esiste, per esempio, un rifiutogeneralizzato da parte del settore imprenditoriale al momento di offrire un posto di lavoro ad una persona gitana, fino al punto di contrattare persone con meno qualificazione prima che qualcuno con il cognome gitano. Un altro esempio significativo e’ la difficolta’ che troviamo al  momento di affittare un alloggio, e’ una cosa veramente difficile o quasi impossibile dovuto a che nessuno vuole affittare la sua proprieta’ ad una famiglia gitana.

 

Questo lo sappiamo molto bene tutti noi gitani, pero’ la cosa piu’ triste e’ il fatto che siamo arrivati al punto di tenerlo cosi’ chiaro, che lo vediamo come una cosa normale che nemmeno cerchiamo di avvicinarci negli uffici dell’impiego per cercare offerte di lavoro. Rimanendo cosi soli i mercati e la vendita ambulante essendo questi l’ultimo e quasi l’unico modo per sopravvivere. Non e’ strano che i nostri figli non abbiano motivo ne’ stimolo per lo studio, se uno degli studenti durante un laboratorio nell’istituto mi rispose: “perche’ devo sforzarmi a studiare se il mio futuro sta nel mercato?”.

 

La conclusione di tutto questo e’ molto chiara, gli stereotipi non possiamo ammazzarli fisicamente come ho gia’ detto, ma questi stessi stereotipi possono provocare e provocano tale e quale come succede in Spagna una “morte sociale” che ci isola ed esclude mediante il rifiuto generalizzato di una societa’ che ci nega l’opportunita’ di lavoro e di conseguenza, opportunita’ di mantenere una vita e un sostegno degno. Questo ci condanna all’immaginazione e adelle situazioni di disperazione nelle quali ogni giorno si trovano un maggiore numero di famiglie. A volte uno preferirebbe la morte fisica pur di non veedere morir di fame il proprio figlio.

 

Questa e’ l’ultima ragione della campagna mediatica di sensibilizzazione che, grazie al progetto Roma MATRIX abbiamo iniziato con lo slogan “Siamo persone come te non ci pregiudicare per essere gitani”. Irrompendo nel cuore della societa’ con un messaggio chiaro e diretto. IN CIRCOSTANZE COME QUESTE NON POSSIAMO, NE’ DOBBIAMO PERMETTERCI IL LUSSO DI ANDARE CON AMBIGUITA’.

(Guarda cartella Della campagna)

 

José Alfredo Maya Maya

Presidente de la Federación Maranatha de Asociaciones Gitanas

 

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